Roccia 50
- Appartenenza oggetto
- Proprio
- Categoria
- Arte rupestre
- Nazione, Regione, Provincia
- Italia, Lombardia, Brescia
- Città
- Capo di Ponte
- Luogo di conservazione
- Località Naquane
- Materia e tecnica
- Arenaria
Descrizione breve
Scendendo la scaletta della Roccia 50 si osservano numerose figure umane realizzate in modo schematico, nella posizione detta dell’orante: hanno braccia rivolte verso l’alto, gambe contrapposte e corpo lineare, con alcune varianti (arti inferiori disposti a U o a V rovesci, a profilo più o meno arrotondato). Gli studi mostrano una lunga durata di questa figura che ha inizio già in età Paleolitica e perdura, attraverso il Neolitico e l’età del Rame, fino all’età del Bronzo (II millennio a.C.), con riprese, modifiche dello schema raffigurativo e reinterpretazioni anche nel corso dell’età del Ferro.
Numerose sono le figure di cavalieri, impegnati sia in combattimenti sia in battute di caccia. Il cavallo, il cui uso in Italia si colloca nell’età del Bronzo (lo documentano i morsi di cavallo presenti negli abitati terramaricoli e palafitticoli dell’Italia settentrionale), rappresentava per le società antiche una preziosa risorsa (per i trasporti ed i lavori agricoli) e un elemento di distinzione sociale. Il cavaliere inciso sulla Roccia n. 50 indossa una sorta di “gonnellino” e sembra in equilibrio sul dorso dell’animale, forse bardato come indica l’ampia coda a frange. La scena pare quindi rappresentare una prova di abilità, legata forse ad una cerimonia di iniziazione.
Tra le numerose raffigurazioni incise sulla Roccia 50 questa figura di guerriero, armato di elmo, spada e scudo, si distingue per le sue grandi dimensioni (età del Ferro).
Sulla Roccia n. 50 è presente una decina di iscrizioni in caratteri nord-etruschi, alcune delle quali sono affiancate da raffigurazioni come le impronte di piedi o le barche solari con terminazioni a testa di uccello. Queste ultime, connesse al viaggio notturno del sole e al trasporto delle anime nell’Oltretomba, potrebbero forse accompagnare nel viaggio verso l’aldilà il defunto, il cui nome è inciso all’interno dello scafo.